denny97, 26/10/2011 01.05:
Il post è incentrato su SIMONCELLI, chi non vuole aderire all'ultimo saluto è pregato di non intervenire con altri argomenti.
Ps: Se volete parlare di sicurezza sul lavoro o di mortibianche aprite un altro post.
sottoscrivo..ora di finirla di fare paragoni impropri.
Non c'entra nulla quello che uno stava facendo.. C'entra la morte e l'effetto che fa a noi vivi il vedere che non si é al riparo dalla sua falce neppure se si é belli, giovani, ricchi, amati, felici, simpatici e famosi.
E d'altro canto tutte le sopraelencate caratteristiche rientrano tra quelle più anelate dalla media delle persone.. e Simoncelli ce le aveva tutte..ma é morto lo stesso, come può d'altro canto accadere - e senz'altro accadrà un giorno - a ciascuno di noi e questa volta senza aver avuto modo, in una vita, neppure di sfiorare molte delle cose che lui, alla sua giovane, età aveva nelle sue mani..e che in un secondo..ha comunque perduto.
E' d'altro canto fisiologico - ed una finzione demagogica non volerlo ammettere - che la morte di una persona il cui viso, i cui modi di fare bizzarri e guasconi, sono stati così tante volte portati dai media nelle case degli italiani, abbia il potere si suggestionare maggiormente gli animi di quanto non possa fare la morte di un qualunque oscuro povero disgraziato sul lavoro e ciò per quanto la stessa possa risultare "eticamente" più significativa.
Il fatto poi che tra due falciati dalla nera signora, uno lo fosse mentre si stava "divertendo" a prendersi dei rischi e un'altro lo fosse, invece, mentre faceva qualcosa di sommamente sgradito allo scopo di portare una fila di pane a casa, non cambia troppo i termini del discorso.. morti sono comunque tutti e due.
Ciò che cambia sono solo le reazioni; e d'altro canto se leggeste il nome di un qualsiasi sconosciuto morto sul lavoro su un manifesto, vi sentireste male come se fosse stato il vostro vicino di casa (quello con cui non litigavate ovviamente :) ) a morire in qualunque maniera, anche durante la gita domenicale? Non siamo ipocriti.
Anche quello di Simoncelli era un lavoro, visto che di professione faceva il pilota e quello aveva fatto tutta la sua vita..Non é che quando é morto stesse facendo le pieghe a Misano per svagarsi la domenica buttando due quattrini come qualsiasi ragazzotto appassionato di moto potrebbe fare in un week end qualunque.
Va sottolineato che portare avanti un paragone come quello fatto sopra, é fuori tema in qualunque prospettiva lo si voglia intendere, dato ha in qualche modo a presupposto un distinguo tra attività lavorative (e relative retribuzioni) "meritevoli di considerazione" o non, non condivisibile nei termini in cui é stato posto; lavori duri poco pagati e fatti per bisogno che, sol perché tali, sono automaticamente degni di considerazione e lavori che non sono percepiti come tali perché importano nel comune sentire un divertimento sotteso o comunque compensi fuori della portata della maggior parte delle persone (dunque comunque scandalosi).
Seguendo un ragionamento simile andremmo sostanzialmente a dire - e solo per fare un esempio tra i moltissimi che si potrebbero portare a sostegno - che il trapezista del circo é uno che non lavora ma che "si diverte", quindi, se pure crepa durante uno spettacolo, che si fanno le tragedie a fare? Uno spettacolo era, mica una miniera, un cantiere o una fonderia!!
Ma quante ore si é allenato ogni giorno della sua vita quel trapezista per farci godere il nostro spettacolo? Quanto tempo ha sacrificato della sua vita a quel "lavoro non lavoro" rispetto a quello impiegato da una "persona comune" per la propria routinaria attività lavorativa? E quali sono i rischi medi che egli corre quotidianamente rispetto ad una persona con un lavoro normale? Quali sono - infine - i problemi di salute in cui può incappare a causa delle condizioni estreme cui sottopone il suo fisico per svolgere l'attività che svolge?).
Certo é una questione di scelte (nessuno ha obbligato il trapezista a fare quel lavoro e non, magari, il panettiere) ma posto che ogni lavoro ha la sua dignità, é bene considerare che, se esistono al mondo professioni come quella suddetta..e per tornare al caso che qui interessa, come quello di pilota professionista, significa che ci sono fruitori entusiasti..e tanti, e paganti.
Cerchiamo - per una volta - di pensare solamente alla diretta lasciando fuori le polemiche.. ché di morti in diretta se ne vedono ben poche, signori miei..e per fortuna, dato che se fosse il contrario, sarebbero tragedie identiche a questa di Simoncelli tutti i giorni e per tutti noi, e stavolta con zero spazio alla demagogia spicciola.
Torniamo allora un attimo a quel casco falciato da una ruota che vola lontano, ai tanti capelli di quel giovane Sansone infine immobili ed a quell'avambraccio esanime che cala sull'asfalto a firmare l'ultimo movimento di un ragazzo felice e pieno di vita e speranze che ora non c'é più;
Rispettiamo il fisiologico rammarico e lo shock che ne conseguono, senza soccombere -. come sempre - all'odiosa tentazione di andare ad inquinare pure le lacrime di marcio.
Marcio ce ne é già troppo al mondo e non serve cercarne altro dove non sta.