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L'ALLEVAMENTO E' PASSIONE, LA SELEZIONE E' ARTE, solo la conoscenza e l'esperienza fanno i veri campioni
 

forse sono queste le sebright camoscio...le ho ma non le avevo fotografate ancora

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2013 13:23
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08/03/2013 13:59
 
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Una razza per essere migliorata ha bisogno di allevatori che si cimentino nell'operazione.
Se tu una colorazione te la tieni a tuo esclusivo appannaggio, per quanto imperfetto morfologicamente l'animale possa essere, quest'operazione di miglioramento sarà lentissima ed avrà molte probabilità di venire abbandonata prima di essere migliorata.
La tolleranza del giudice verso gli animali in nuove colorazioni DEVE esserci ma, comunque devono essere indicati i punti di criticità.
I monocolore nelle sebright sono estremamente rari ed altrettanto difficile sarà dunque trovare esemplari morfologicamente soddisfacenti.
A volte l'eccessiva pignoleria può essere più d'ostacolo che di vantaggio; meglio a mio avviso una tolleranza ragionata e motivata.
Si é parlato dell'introduzione nell'iter formativo dei giudici di taluni basilari concetti di genetica (non la luna...le basi proprio).
Sono a conoscenza del fatto che ci sia stata una sostanziale levata di scudi dalla maggior parte di coloro che sarebbero stati interessati da questa modifica, un rifiuto assoluto.
La genetica é uno strumento di conoscenza che oggi esiste e si é notevolmente evoluto, uno strumento che può essere ulteriore rispetto allo standard e non vedo un motivo logico per cui qualcuno dovrebbe dire di no ad uno strumento che gli consentirebbe di giudicare un animale con cognizione più piena...anche nella prospettiva di fornire il giusto consiglio all'allevatore che lo richieda in una prospettiva di miglioramento della propria selezione.
Un giudice in altre parole non dovrebbe limitarsi a dire la coda non va...il colore dei tarsi non va...la piuma é arricciata e scomposta..o rovinata... Dovrebbe anche fornire un qualche suggerimento per i miglioramenti possibili ...invece il suggerimento imperante nel settore avicolo é "Facci un buon brodo".
Faccio un altro esempio.
Polli in colorazioni ove sia presente il "grigio perla":
E' abbastanza noto che il grigio perla viene conferito da un gene recessivo denominato "lavanda" (lavender) ed abbreviato con la sigla "lav" che é un diluitore delle eumelanine e delle feomelanime.
Questo gene - per esprimersi - ha bisogno di trovarsi in omozigosi, cioé o tutti e due i genitori debbono presentarsi fenotipicamente come lavanda, oppure uno é lavanda e l'altro un semplice portatore del gene (pur con fenotipo ove siano presenti il nero ed il rosso), oppure, ancora si tratta di due portatori.
Il gene "lav" ha talune "controindicazioni" insite che non tutti conoscono (non avendo neppure un'infarinatura di genetica) ma che a coloro che, invece, l'infarinatura la posseggono, sono ben evidenti: oltre a "diluire" i pigmenti nero e rosso, questo gene porta ad una sfibratura progressiva delle piume e ad un loro progressivo assottigliamento qualora si verifichino per tempi lunghi accoppiamenti tra soggetti omozigoti.
Quando il giudice senza una formazione di genetica vedrà un soggetto con queste problematiche in mostra, potrà evidenziare solamente "piumaggio rovinato o scomposto" ma non saprà fornire all'allevatore indicazioni utili al miglioramento.
A quel punto l'allevatore continuerà ad allevare i suoi soggetti, sperando di ottenere presto o tardi esemplari con piumaggio ottimale...e magari pensando che la colpa sia della consanguineità, andrà ad integrare al suo gruppo di riproduttori, altri del medesimo colore non consanguinei...il tutto invano.
Il giudice con l'infarinatura di genetica, conoscendo la specifica problematica del gene lavanda, potrà invece consigliare all'allevatore di reperire dei buoni soggetti di colorazione originaria (non diluita) e di allevare insieme questi gruppi. Quest'informazione - che può sembrare ovvia per chi come noi frequenti un forum tematic, può non esserla per chiunque;
il giudice - per la posizione e la responsabilità che ha - ha il dovere di condividere le sue conoscenze con gli allevatori, creando strumenti dei quali questi ultimi si possano avvalere per migliorare ed il risultato sarà tanto più buono, tanto più ampie le conoscenze del giudice saranno.
Altro esempio pratico legato al gene lav:
In taluni esemplari, in un particolare e ristretto punto della spalla le piume spuntano ma non crescono perché la punta si spezza continuamente sfibrandosi e lasciando residuare una sorta di moncone, il rachide..che la cui punta ha un'aspetto abraso.
Anche qui un giudice senza un briciolo di infarinatura genetica cosa potrà fare? Limitarsi a dire "piumaggio incompleto e rovinato", quando invece - ed é questo uno dei pochi casi in cui lo si possa fare a buon titolo - dovrebbe dire all'allevatore: "BUTTA VIA TUTTO" e ricomincia da capo con altri esemplari di altre linee.
Si tratta di un difetto IMPOSSIBILE da eliminare: prima lo si fa capire all'allevatore, più tempo gli si farà risparmiare...senza continuare ad illuderlo.
Gli esempi che potrei fare sono svariati...
Questo per far capire quanto limitate - e limitanti - possano essere anche le vedute di qualcuno chiamato a fare il giudice.
In sostanza non solo agli allevatori va addossata la responsabilità della presentazione di soggetti inidonei al contesto espositivo.
[Modificato da pushok-mc 08/03/2013 14:01]
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