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La Gallina Polverara

Ultimo Aggiornamento: 11/03/2010 22:49
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03/05/2008 16:40
 
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storia della razza


Tra le razze italiane, la gallina di Polverara è probabilmente una di quelle che vanta la storia più lunga e complessa.
La teoria più conosciuta sull'arrivo dei polli ciuffati in Italia è quella di Periqèt, secondo cui il marchese Giovanni Dondi dell'Orologio portò a padova sul finire del XIV secolo dei polli ciuffati dalla Polonia (dono dei sovrani di allora), che accoppiatisi poi con le galline comuni presenti nel padovano avrebbero dato origine ai polli ciuffati delle campagne venete.
Un'altra ipotesi, meno "romantica" e decisamente poco conosciuta, è quella che i polli col ciuffo siano arrivati direttamente a Polverara dall'est europeo sotto forma di... viatico vivente per i pellegrini che si recavano nei luoghi santi della cristianità in Italia, facendo scalo proprio a Polverara presso il monastero di Santa Maria della Riviera.
Sia quel che sia, i polli di Polverara divengono ben presto famosi in tutta Italia per le dimensioni e la bellezza. Citati in numerose opere letterarie (come "la secchia rapita" del Tassoni, del 1622, e "l'Asino", di Carlo Dottori, del 1652), essi vengono rappresentati sotto il nome di "Gallus patavinus" da Ulisse Aldrovandi nella sua opera sull'ornitologia del 1600.
La gallina di Polverara era allora selezionata ancora principalmente in base alla grandezza, tanto che gli esemplari più grandi risultavano grossi il doppio di una gallina normale. Sarà questa loro caratteristica, più che il ciuffo (ancora sparuto) che circonda la cresta rudimentale, a renderli noti in tutta italia sotto il nome di gallina padovana. Infatti fino almeno alla metà del XIX secolo sotto il nome di gallina padovana si intende parlare di gallina di Polverara. Le fonti bibliografiche a riguardo sono molte, e generalmente quasi sconosciute, ma lasciano spazio a ben pochi dubbi.
La gallina di Polverara era principalmente nera, mentre molto rara sembra fosse la varietà bianca. Non mancavano la varietà dorata, argentata, tortora, ed una in cui i colori erano frammisti. In alcuni ceppi neri si evidenziavano penne bianche nel ciuffo, e così al contrario in alcuni ceppi bianchi pare fossero presenti penne nere nel ciuffo.
La razza però stava degenerando sempre più, tanto da rischiare di scomparire, forse anche per l'atteggiamento chiuso degli allevatori di Polverara. Agli inizi del '900 la razza era quasi interamente scomparsa, tanto che pare non ne rimanessero che tre esemplari. Si deve all'opera dell'ing. Zanon, del cav. Camillotti e al dott. Barettoni il merito di riuscire a ricostituire dei ceppi di entrambe le colorazioni che vennero donati al podestà di Polverara nel 1932. Anche il dott. Fortuny riuscì a selezionare degli esemplari, forse partendo da un incrocio tra Padovana gran ciuffo e italiana comune. Comunque sia, l'arrivo della guerra interruppe la ricostituzione e la razza sembrò destinata a scomparire per sempre. Essa si salvò dall'oblio grazie all'opera di Bruno Rossetto, un allevatore che ne curò per oltre 50 anni la selezione pressoché in purezza.
la razza però rimaneva quasi insesistente. Va al rag. Antonio Fernando Trivellato il merito di aver ricostituito numericamente l'antica S-ciatta(nome con cui era un tempo nota la Polverara), utilizzando per la sua selezione anche esemplari di Bruno Rossetto, e di aver reso possibile la sua commercializzazione e diffusione.
Attualmente sono riconosciute le varietà di colorazione bianca e nera. La varietà cucula è stata da poco ottenuta dal Rag. Trivellato, ma non è stata ad oggi ancora riconosciuta.
[Modificato da Andrea Mangoni 26/01/2010 11:35]
Andrea
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03/05/2008 17:26
 
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complimenti alle tue ricerche Andrea ha una gran bella storia questa razza:-)
04/05/2008 09:16
 
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Che bella rubrica questa, spero interessi tanti frequentatori del forum.
Grazie Andrea per la Polverara!
Fabri
04/05/2008 15:59
 
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grazie mille!
Il merito della rubrica è tutto di Maury, è lui che l'ha voluta e proosta!
La ricerca storica sulla Polverara è sempre in corso e... si allunga di pagine nuove ed interessanti. In autunno spero di poterla presentare in maniera adeguata.
Piuttosto, Fabrizio, ti chiederei un favore: tu sai per caso in che anno sia morto Pascal? grazie!!
Andrea
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04/05/2008 18:38
 
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E' affascinante conoscere le vicissitudini di una razza, specialmente quando la si alleva con dedizione. Complimenti.
Ciao.
Giuseppe.
05/05/2008 07:16
 
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Ciao Andrea,
posso guardare se trovo la data.
Ci risentiamo.
Ciao
05/05/2008 10:30
 
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grazie mille Fabrizio!
Andrea
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05/05/2008 21:28
 
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Ciao Andrea, ottima dispensa sulla polverara, Complimenti per la ricerca.
Ciao ciao
Igor
05/05/2008 22:40
 
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grazie mille!

per completare l'opera, un autentico pezzo di... storia vivente:



questa gallina è certamente la più anziana Polverara esistente: ha compiuto infatti la bellezza di vent'anni, un vero record! In passato ha vinto, negli anni 80, un premio ad una manifestazione agricola di padova. Ha smesso di deporre da un paio di anni, una delle sue ultime figlie è la gallina bianca della prima foto di questa discussione.
La foto è stata scattata venerdì scorso. E' abbastanza probabile che nelle vene di ogni polverara oggi esistente ci sia qualche goccia del suo patrimonio genetico.
l'allevatore è ovviamente Bruno Rossetto.
Andrea
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07/11/2008 10:55
 
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lezioni da non ripetere e indicazioni storiche.
ciao, ieri ho avuto modo di parlare con uno storico della razza che mi ha fatto vedere materiale in parte inedito e che mi ha pure regalato una foto "storica", risalente al periodo 1965-1970, che mostra un gruppo di polverara nere del compianto allevatore Salmaso di Mira.
oltre a pubblicare molto volentieri l'immagine (per una storia breve del ceppo di Salmaso ed altre note sulle sue vicissitudini pre anni ottanta, potete vedere questo post: oryctesblog.blogspot.com/2008/11/appunti-di-avicoltura-note-stori... ), il signore in questione mi ha raccontato di quanto accadde nel 1913, quando venne istituita in Polverara una cooperativa per salvaguardare ciò che rimaneva della razza, allora quasi estinta. La cooperativa pretendeva che tutti i contadini portassero tutti i propri animali nella cooperativa... mentre molti contadini non volevano. Il risultato fu che gli allevatori iniziarono ad avvelenarsi l'un con l'altro gli animali, e alla fine la razza scomparve quasi del tutto. In più, quando le massaie andavano a comprare la farina pagando in... uova, era abitudine forare il guscio con uno spillo laddove si trova la camera d'aria: in questo modo nessuno avrebbe potuto mettere a cova le uova in questione, e sarebbero state solo utilizzate per la cucina. Tali comportamenti, pieni di gelosia per quanto si allevava, finirono con l'essere causa della rovina di questi polli.
Mai si darà abbastanza spazio alla cooperazione, in avicoltura!!
ecco la foto d'epoca:
Andrea
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07/11/2008 11:16
 
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Che bella foto Andrea.
Ho sentito una storia simile sulla impossibilità di ottenere uova fertili di Bionde piemontesi.
In alcune zone le galline vengono ereditate dalle figlie che si sposano e creano così un nuovo pollaio.
Oggi invece mi sa che dobbiamo essere super generosi e spargere più possibile le nostre galline preferite.
Non so se hai visto questa foto del libro storico di A. Vecchi l'allego per tutti
07/11/2008 12:47
 
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COMPLIMENTI PER IL GRANDE LAVORO CHE STAI FACENDO
http://latonafarm.oneminutesite.it/index.html
07/11/2008 20:24
 
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Polverara around 1914 in Austria
Ciao Andrea,

late but as promised here is the original Text in German and a picture from the painting of the Polverara from 1912.

In short version there is written that in South Tyrol there is a very rare and a very old kind of bread, wich lives there as in some areas of upper Italy. Than there is written that Aldrovandi called in the 16. century a kind of breed as "Lombard or Median" Race or as Polverariae. The Pol. are the ancestors of a lot of todays chickens with a crest. In South Tyrol they leave there marks in a lot of farms in that regional chickens. Only in a few farms in South Tyrol the Pol. are in true blood in white and black. Than there is written how it looks, and it is written that the meet is very good and the eggs per Year ar 140-150 white in middle size.

08/11/2008 09:05
 
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Hi Drachenreiter, MANY MANY THANKS for your precious informations!! Do you know the author and the title of the book?
I'll translate in italian the Text.

Nel libro di Drachenreiter si spiega che la polverara è una razza molto rara e antica, che vive in alcune aree del nord Italia. E' la razza chiamata da Aldrovandi "gallina lombarda, della Media o di Polverara". La polverara è antenata di numerose razze odierne col ciuffo. Nel sud tirolo essa ha lasciato traccia di sè in numerose fattorie, ma sono pochissimi quella che l'allevano in purezza nelle colorazioni bianca e nera. E' quindi descritta fisicamente, e si crive pure che la carne è motlo buona e che depone uova di media taglia, circa 140-150 all'anno.

Thanks again, Drachenreiter!!
Andrea
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03/01/2009 18:22
 
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Aldrovani
Hello Andrea,

do you have knew this:
11/03/2010 22:49
 
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...condivido con voi l'ultima citazione storica che ho trovato (proprio oggi) sulla polverara. è del 1887, quando ancora essa veniva chiamata padovana, e ce la lascia Canestrini nel suo "La teoria di Darwin criticamente esposta" (Milano, f.lli Dumolard)

"Il gallo padovano, invece della cresta, porta sul capo un ciuffo voluminoso di penne; e tanto il maschio che la femmina raggiungono un volume notevole, poiché il primo diviene alto anche 60 centimetri e la seconda 50 centimetri. Questo gallo, così detto di Polverara dal luogo in cui viene principalmente allevato, ha un coraggio straordinario, potente muscolatura e sproni robustissimi, assale furiosamente ogni altro gallo, ed è così chiassoso che riesce intollerabile in città. Io tentai l’anno scorso di tenerne uno in casa mia, ma fui costretto di mandarlo in campagna per far tacere i vicini, assordati dai suoi canti."

a leggere questa descrizione, mi si parava davanti gli occhi l'immagine del mio Pippo! [SM=g7350]
ciao!
Andrea
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