Mmmmmhhh... provo a dire al mia, ma - nonostante la laurea in biolgia - non sono un esperto in materia.
Gli OGM sono Dio o un demone?
Con la buona pace di tutti i "contendenti", nonesiste una risposta univoca.
L'introduzione del DNA di un pesce artico in un pomodoro fa male o fa bene al corpo umano? E' qui il problema: non si sa finchè non si prova. Gli OGM santi subito: no, perchè di problemi ne causano anche loro. Gli OGM subito al rogo? no, perchè di problemi ne risolvono anche loro.
Il discorso continua a vertere su OGM si, OGM no, senza tener conto di un fattore a mio avviso molto importante: quello che vale per la soia transgenica non vale per il pomodoro transgenico come non vale per il grano transgenico o per il mais trangenico o... così via. Insomma, non si può fare in questo campo di tutta l'erba un fascio. Ogni caso andrebbe valutato attentamente e singolarmente, soppesandone volta per volta potenzialità, pericoli e reali conseguenze. Ognuno può portare gli scritti di scienziati che perorano la propria causa - anche qui, varrebbe la pena sapere chi sovvenziona (o meglio, quali interessi economici spingono) i loro studi in quella direzione.
Se domani tirassero fuori un grano trangenico con dentro il dna di una graminacea del deserto, che gli permette di campare rigoglioso nel sahara (ipotesi), probabilmente sarei il primo ad esserne felice.
Io l'OGM in generale non lo amo particolarmente. Non ho visto questi meravigliosi risultati romessi, magari ho visto che grazie all'ibridazione altre piante infestanti hanno acquisito la resistenza ai diserbanti cheè tipica degli OGM. Ciononostante, lo ripeto, non nego a priori la bontà di un prodotto solo in base che sia o meno OGM. Magari nel futuro avremo un superogm che ci libererà dalla fame nel mondo; non lo so. Però... c'è un però. Un però legato al libero arbitrio, e cioè quello che l'ogm può impedirmi di esercitare il mio diritto a non volerlo nei miei campi. Nelle culture estensive cerealicole, ad esempio, ci si può dimenticare che è il vento ad impollinare le piante. Ed il vento va dove diavolo gli pare, purtroppo. Così, magari io non posso coltivare il mio mais di un'antica locale se vicino vengono coltivati OGM, perchè alla fine le mie piante saranno state fecondate da polline ogm ed i semi daranno piante ancheloro OGM. Il vero rischio di certi OGM non è un'immediata pericolosità, ma una paurosa omologazione del patrimonio genetico, una perdita di biodiversità spaventosa; personalmente è un rischio che non vorrei correre. Senza contare eventuali problemi legali (magari la multinazionale che è la mia "vicina di campo" domani chiederà che gli paghi i diritti per il suo mais brevettato, visto che ora anche quello del mio campo è ogm).
Insomma, se possibile, prima dell'OGM valorizzerei le produzioni locali, trovando soluzioni alternative: a costo di sembrare un'inguaribile utopista, vorrei veder tornare la gente ad apprezzare la "rivoluzione del filo di paglia" di
Fukuoka e la sua agricoltura naturale.
Insomma, OGM NI: diffidenza con possibilità di apertura per certi frangenti. Schizofrenico? Vabbè, io la penso così... Voi fate i bravi e non scnnatevi troppo, sennò poi mi tocca fare il moderatore davvero. Ciao!
Andrea
contatto skype: andrea.mangoni