La tradizione romagnola non prevedeva un modello di colorazione unico pertanto liberi di esprimersi i geni della famiglia di colore di appartenenza si esprimono liberamente.
Naturalmente l'allevatore scegliendo determinati colori ed abbinandoli può in breve tempo portarli in omozigosi .
Essendo le finalità di conservazione della razza primarie si è deciso fin da subito di applicare le metodiche di selezione tradizionale ossia mantenere gruppi misti nelle varie colorazioni .
Dopo oltre 10 anni di osservazioni si è notata una sostanziale stabilità dei caratteri morfologici etnici ed un reale mantenimento delle variabili di livrea osservate nel 1997.
Il lavoro scientifico ha inoltre comportato numerosi analisi del DNA che hanno confermato una strettissima vicinanza genetica all'interno di gruppi a livrea variabile confemando ulteriormente l'appartenenza del gruppo ad una razza distinta e stabile.
Proprio questa variabilità ricercata e voluta dagli allevatori del passato fu all'origine del sostanziale abbandono della razza che per le molteplici variabili presenti male si prestava ad un lungo processo di standardizzazione delle molteplici colorazioni.
Razze simili a colorazione variabile sono comunque ben note e conosciute in ambito zootecnico, basta citarvi il colombo Triganino modenerse con oltre 100 colorazioni a variabilità spinta, la capra Alpina Comune, il maiale Sardo e molte altre razze che rientrano nel gruppo delle così dette Primitive, in contraposizione alle standardizzate, sintetiche e mendeliane.
[Modificato da Crestillo 18/12/2009 12:54]