00 20/01/2010 12:23
....nella mia ingenuità, continuo a non capire COME un indirizzo di selezione durato 500 anni possa essere sacrificato di fronte a gusti estetici "impostici" dagli amici d'oltralpe. Se per far accettare la biodiversità avicola italiana dovessimo uniformarla per forza di cose ai gusti degli allevatori di un'altra nazione, non so che senso avrebbe parlare appunto di biodiversità ITALIANA. E Rachele, mi trovi totalmente d'accordo sul fatto che lo standard POSSA esser soggetto a delle interpretazioni; solo, in una vampata di campanilismo, vorrei che non fosse la "versione italiana" di una razza, ad esserlo, ma semmai quella selezionata secondo gusti estetici esteri.
[Modificato da Andrea Mangoni 20/01/2010 12:24]
Andrea
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