00 30/04/2011 20:07
dal mio punto di vista gli esperimenti riportati non hanno nulla a che vedere con i benefici o meno che potrebbe portare l'assunzione di aceto da parte degli animali.
l'aceto non può arrivare all'apparato scheletrico o riproduttore degli animali così come avviene negli esperimenti riportati in cui provoca la disgregazione degli ossi e dei gusci dell'uovo.
viene digerito e decomposto durante la digestione dell'animale.
in quanto a ph: il ph dell'acido acetico (che è un acido organico e debole) è irrilevante rispetto a quello cloridrico (che è un acido minerale forte) e che comunque è necessario per far agire gli enzimi all'interno dello stomaco.
un altra osservazione sulle quantità: la soluzione utilizzata negli esperimenti avrà una percentuale del 5% di acido acetico e per provocare effetti interessanti ha bisogno di molto tempo cosa che altri acidi farebbero in meno di due ore e non credo che qualcuno in ogni caso dia solo aceto da bere agli animali ma al massimo qualche cucchiaio o un bicchierino e sempre diluito in acqua e è da notare che viene considerato irritante l'acido acetico puro in soluzione dal 10 al 25% o 1,67-4,16 mol/L.
e non riesco nemmeno a capire perchè dovrebbe essere assorbito dal fegato senza esser passato prima dall'intestino quando la funzione di assorbimento delle sostanze nutritive e dell'acqua avviene nell'intestino.
esiste l'effetto tampone comunque che tende a neutralizzare e portare i valori su ph più neutri e nell'alimentazione dei polli il carbonato di calcio (necessario) lo esercita in modo abbondante.
altri commenti dicono che l'aceto da sostanze nutritive molto importanti ma in tali concentrazioni fanno variare di poco la bilancia a favore di un uso benefico di tale prodotto.
alla luce di tutto usare l'aceto o no non produce benefici o meno,
e questa è una mia più che opinabile riflessione: se avesse così tante proprietà utili perchè gli industriali dell'avicoltura non lo usano?