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Rileggere cosa riporta "SUMMAGALLICANA" non fa mai male:

Testo ripreso e adattato dal Giornale degli Allevatori - 1914

La cresta, oggetto di particolare attenzione sia da parte dell’allevatore che del giudice, ha un indubbio valore estetico. Ma essa non si limita ad appagare un occhio alla ricerca del bello, in quanto è un’incontestabile spia dello stato di salute del soggetto. Per non parlare di coloro che vorrebbero indossarla come cimiero durante i sollazzi d’alcova, nella speranza di emulare le doti amatorie del gallo. Un gallo che ne sia ben dotato, avrebbe anche un’altra caratteristica, non troppo gradita all’Uomo dei nostri tempi: un’elevata capacità fecondante.

I soggetti malaticci mostrano una cresta pallida, in certi casi nerastra, talora coperta di chiazze bianche. Di pari passo vanno i bargigli, indicando talora un’anemia o una cattiva nutrizione, cui si può porre rimedio con una razione generosa e con un tonico ferruginoso, nonché con una buona ventilazione del pollaio e un supplemento d’aria ossigenata. Questi provvedimenti danno presto un miglioramento sensibile.

Le malattie del fegato, o la cattiva digestione, fanno cambiare il colore della cresta da rosso a porpora. Generalmente la causa risiede nella somministrazione di cibi troppo ricchi di amido e nella mancanza d’esercizio. Una dieta esclusiva in frumento è un buon rimedio, ed è bene tenere a mente che i volatili crescono meglio se si dà loro solo un pastone al giorno e con moderazione.

Un poco di sale inglese nell’acqua renderà buoni servigi, come pure la verdura (incluse le cime di cipolla) e un’abbondanza di grit (la sabbia tagliente). La mancanza di grit e le creste malate si danno la mano, e se il ventriglio, che è la macina del pollo, manca di grit, il fegato e gli organi digestivi peggiorano in breve tempo. In molte covate la tendenza all’insufficienza epatica comincia dal giorno della nascita, perché i pulcini sono stati nutriti troppo presto con cibi molli invece che con grit fine, il quale dovrebbe essere il primo pasto dei neonati.

Le creste che danno segni di scorbuto per mancanza di vitamina C, sono spiacevoli alla vista, mentre il favus, o cresta bianca [1] , è molto distruttivo nei pollai. Essendo molto contagioso, si sparge molto rapidamente. Trattamento ideale è un po’ di iodio, non sotto forma di tintura, che è irritante, ma uno iodio lavabile, tipo Betadine.

Le creste gelate si possono prevenire sfregandole di quando in quando con vaselina, cui è stata aggiunta un po’ di glicerina e di trementina. È senza dubbio che il gelo attacca indirettamente l’ovaio attraverso le creste: per questa ragione le galline con piccola cresta sono le migliori fetatrici invernali.

Durante la muta, spesso la cresta si ritira a metà della sua precedente grandezza. Quando il nuovo piumaggio è completo, e il vigore ritorna, la cresta riprende le dimensioni primitive per il normale flusso di sangue.

La cresta con larga base d’impianto è una buona prova di fecondità e vigore nel gallo, visto che si ottengono raramente pulcini forti e vigorosi da un gruppo ove il gallo ha la cresta piccola.

I galletti seguono il padre e le pollastre la madre nella forma della cresta, secondo quanto affermano gli scrittori. Ma l’esperienza degli allevatori dice che la gallina ha più influenza del gallo.
3.1. Cresta semplice, presenza di cresta

Bd+ - allele of bd

Autosomico dominante? Poligenico?
Gruppo di associazione sconosciuto

Qualunque razza dotata di cresta, che non sia quindi la Breda, possiede questo allele. Il gene della cresta semplice è indispensabile affinché possa svolgersi l’azione degli altri geni attivi sulla cresta. Per comodità ho adottato il simbolo Bd+ suggerito da Ab-der-Halden.

La cresta semplice è quella di tipo selvatico, dentellata, come dimostrano numerosi studi di genetica, ed è posseduta da tre specie di Galli della giungla: gallus, sonnerati, lafayettei. È costituita da una lamina singola che decorre per tutta la lunghezza della testa, dotata di un numero variabile di dentelli. Anatomicamente è composta da limbo, denti e lobo.

Le dimensioni della cresta semplice variano da una razza all’altra, ma è abbastanza stabile nel contesto di ogni singola razza, per cui si può pensare a uno stretto controllo genetico. Molte razze a cresta semplice, specialmente le giganti, hanno una cresta relativamente piccola; le razze mediterranee, come altre razze, sono dotate di una cresta proporzionalmente più grande, talora tanto voluminosa da essere pendula.

Axelsson (1933) ha quantificato queste differenze, riportando per la Rhode Island una superficie di soli 389 mm², mentre nella Livorno raggiunge 1.321 mm². Esistono altri fattori, oltre a quelli genetici, in grado di influenzare le dimensioni della cresta semplice. Innanzitutto, credo che qualsiasi allevatore sia conscio del fatto che un allevamento intensivo è in grado di aumentarne il volume, e ciò dovrebbe rientrare tra le espressioni indicative di buona salute e di congrua alimentazione.

Domm, nel 1930, ha fatto notare come le dimensioni sia della cresta che dei bargigli vengano influenzate in proporzione inversa alla quantità di luce che il soggetto riceve. Egli ha ipotizzato che il pollo utilizza la dose necessaria di raggi luminosi solo mediante cresta e bargigli, che si accrescono per compensare una luce solare scarsa. Non so come possa essere valida questa supposizione, visto che il Bankiva, che vive nel folto della foresta, ha una cresta proporzionalmente piccola, mentre le razze mediterranee, inondate di sole, presentano creste spesso spropositate, quasi antiestetiche, nonché bargigli tanto lunghi da ricordare lo scroto di un toro.

Nel 1943 Lamoreux condusse una serie d’esperimenti coi quali fu in grado di dimostrare che aumentando la temperatura da 14°C a 33°C viene triplicata la dimensione della cresta semplice. Pertanto, se un allevatore desidera una cresta dalle proporzioni ideali, dovrebbe accertarsi che le condizioni d’allevamento siano corrette. Se vogliamo abbozzare un’interpretazione finalistica, nell’aumento della superficie della cresta potremmo scorgere una più rapida termoregolazione.

Lo standard richiede una cresta semplice a 5 punte, ma sono frequenti variazioni in più o in meno. A tale proposito, si ritiene siano implicati fattori multipli. Inoltre, il locus He+, che modifica la cresta a rosa, è in grado di influenzare il numero di punte della cresta semplice.