ciao Alex, tutti punti molto validi. Nel caso di razze avicole di cui si stia tentando la ricostituzione, mi permetto però un'osservazione sul punto 1: sono d'accordo di riprodurre i soggetti dai due anni in su, lo sono meno sull'idea di eliminare totalmente dalla riproduzione esemplari oltre i 5 anni. a fronte di una ridotta fertilità, accoppiandoli con esemplari giovani si può comunque ottenere prole sana e soprattutto geneticamente abbastanza differenziata.
per capirci.... se io allevo i miei animali a pedigree, e decido di seguirne bene la genealogia, potrei far passare 5-6 generazioni (mi risulta che dopo 5-6 generazioni gli animali non si considerino più imparentati), conservando la generazione parentale (che magari non userò più in incroci con la propria prole stretta) per poi riaccoppiarla con i pronipoti e riottenere una generazione sì numericamente poco significativa, ma geneticamente di certo vitale. credo che sia questo anche questo il segreto dei vecchi allevatori che sono riusciti a conservare in purezza alcune razze per tanti decenni: il fatto di mantenere riproduttivi gli animali fino alla loro morte naturale consentiva loro di avere la possibilità, per assurdo, di avere una nuova prima generazione (per quanto sparuta)anche a 15 anni dall'acquisizione dei primi riproduttori.
ciao!
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[Modificato da Andrea Mangoni 11/12/2007 17:48]
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