Lo spunto per questa discussione mi viene dalle ultime battute di Fabrizio su quella delle Italiener.
La domanda ha in realtà una natura duplice: insomma, si tratta di due distinte domande.
la prima è semplice. Da dove salta fuori davvero questa razza? o meglio, ha senso parlare di razza nel suo caso?
Mi spiego meglio, anche perchè non vorrei che si pensasse che sto facendo dell'ironia o quant'altro.
sono nel mondo dell'avicoltura solo da un annetto e mezzo, e ci sono entrato spinto per la bella razza Polverara, tipica di un territorio molto vicino al mio. per cui le razze italiane le guardo sempre con enorme affetto e attenzione, e mi rode il fegato vederle magari mistificate, reinventate o innalzate alla gloria degli altarini delle provincie un mese sì e uno no per la gioia dei produttori locali a caccia di un marchio da sfruttare.
Ma proprio in un sito che peraltro non apprezzo molto proprio perchè portavoce di questa "filosofia avicola", ho trovato informazioni sulla Romagnola che mi hanno dato di che pensare.
In esso si fa notare come il Trevisani abbia nelle edizioni successive del suo "Pollicoltura" prima parlato della campine, poi della Braeckel e quindi, all'improvviso, dopo aver caldeggiato l'allevamento delle due razze, in una stesura successiva dell'opera ci mostra queste gallinelle, le romagnole, appunto, virtualmente indistinguibili fotograficamente dalle razze estere citate... insomma, per una volta mi viene da pensare che detto sito ci abbia preso: Trevisani decide di tirar fuori dal cappello magico una nuova razza romagnola per compiacere il Duce e onorare le sue origini (nulla di più facile, all'epoca), usando in realtà semplicemente esemplari di Braeckel o campine.
Fattostà che poi mi ritrovo a leggere l'articolo di Fabrizio sul sito FIAV, e trovo che la romagnola presenta tanto il mantello "fioccato" della gabbiano della frisia quanto quello barrato della braeckel.
non conosco bene le razze estere che ho citato, ma la domanda per me è la seguente... e mi scuso se può sembrare banale... Ha senso parlare di Romagnola? Possiamo considerarla davvero come un semplice ceppo italianizzato della braeckel o della campine, o è un prodotto autoctono? o forse la romagnola attuale non è altro che il prodotto di qualche capo delle succitate razze straniere, mescolato con le galline di tipo italiano presenti nella regione? insomma, presenta differenze tali da poter essere afgevolmente distinta dalle due razze nordeuropee?
e la seconda domanda invece è più... recente: da dove nasce l'attuale romagnola, da quali pollai è rinata? si tratta davvero di un ceppo custodito gelosamente da un allevatore della zona, come avevo sentito? sarò sciocco, ma dopo aver conosciuto Bruno Rossetto, le storie di appassionati che per decenni si dedicano ad una razza quasi estinta preservandola mi fanno venire un pò di magone e di commozione.
grazie e scusate il papiro!
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Andrea
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