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Faraona

Ultimo Aggiornamento: 21/02/2008 20:18
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09/02/2008 08:59
 
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Siscutiamone insieme
MSime, al quale ho inviato una mia monografia sulla Faraona, ne ha parlato nel forum (Foto Polli) ed ha espresso il desiderio di un approfondimento. Siccome penso sia una discussione che interessi ad alcuni dei frequetatori, riporto qui di seguito la monografia e chiunque avrà qualcosa da dire sarà il benvenuto.
Buona lettura
Ciao
Fabri

FARAONA
Il Prof. Alessandro Ghigi ha effettuato studi approfonditi sulla “Gallina di Faraone” ed ha pubblicato interessantissimi trattati. Molto di quanto qui riportato proviene appunto dalle sue opere.
Origine
Di origine africana, fu introdotta in Europa intorno al XV° secolo dai portoghesi, a loro volta importata dalle colonie dell’Africa occidentale.
Le principali modificazioni subite allo stato domestico, dalla Numididae meleagris, riguardano il peso, la statura, l’elmo ed i bargigli.
Le faraone domestiche superano, in alcune colorazioni, il doppio del peso della specie selvatica.
L’elmo è assai più grande nelle domestiche, i bargigli sono invece di mole doppia, tripla nel maschio.
Caratteristiche esteriori per il riconoscimento del sesso
Il maschio è più alto ed ha il dorso notevolmente arcuato mentre la femmina ha il dorso più lungo ed appare più bassa.
Nel maschio l’elmo è più sviluppato, più largo alla base e curvato all’indietro.
I bargigli della femmina sono fatti a losanga, non troppo lunghi né larghi e la loro superficie è piana; quelli del maschio invece, più larghi e più lunghi, offrono una superficie notevolmente accartocciata.
La femmina cammina tenendo il corpo orizzontale, mentre il maschio s’impettisce, correndo qua e là e rialzando le ali sul dorso.
La muscolatura pettorale è più piena nella femmina che non nel maschio, questo si determina facilmente prendendo in mano i soggetti.
Anche il verso differisce nei due sessi, la femmina oltre alla tonalità stridente emette un suono ripetitivo simile alla gallina in allarme.
Uovo: Il peso varia a seconda delle colorazioni, per la differenza di mole, va comunque dai g. 40 ai g. 45.
Il colore del guscio à da giallastro a bruno.
Coda: Corta, portata chiusa e cadente. Formata da 16 penne, quelle al centro più lunghe di quelle esterne.
Peso
Il Ghigi, nella sua “Monografia delle Galline di Faraone” del 1924, dà questa tabella relativa ai pesi dei soggetti da esposizione:

(Le colorazioni non corrispondono alle odierne denominazioni)
Colorazione Maschio Femmina
Grigia comune Kg. 1.780/1.950 Kg. 2.440
Pezzata grigia e bianca Kg. 1.580 Kg. 1.920/1.940
Bianca pura Kg. 1.580 Kg. 1.920
Azzurra Ghigi Kg. 1.180 Kg. .1.780
Questi pesi oggi, con la selezione, si sono un po’ equilibrati; restano comunque differenze a seconda delle colorazioni.
Si possono comunque ritenere validi quelli dello standard italiano:
Mashio: Kg. 1,6 – 2,0
Femmina: Kg. 1,8 – 2,5
Giudizio
Non tenere comunque troppo in considerazione il peso che può essere, specialmente nelle colorazioni diluite, anche più basso dei minimi richiesti.
Dopo l’impressione d’insieme vengono in successione i seguenti requisiti: perlatura e colore del piumaggio, forma del corpo, colore dei tarsi, forma dell’elmo e dei bargigli.
COLORAZIONI
Confesso che non è stata cosa semplice districarsi fra tutte le colorazioni che, nelle sue prove genetiche, il Prof. Ghigi selezionò.
In alcune le diverse intensità del colore di fondo sono molto vicine ed occorre quindi fare molta attenzione.
Per aiutare l’allevatore do, quando ne sono in possesso, la descrizione del piumino del pulcino alla nascita che è diverso in tutte le colorazioni.
Per non creare maggiori difficoltà ritengo di dover prendere in considerazione solo le colorazioni presenti oggi nei principali standard europei e che abbiamo diviso in due categorie: a “Perlatura Intera” ed a “Perlatura Ridotta”.
Colorazioni a perlatura intera
Per perlatuta intera si intende un disegno regolare di punti bianchi, detti appunto perle, su ciascuna penna. Le perle comunque variano di forma a seconda della loro dislocazione sul corpo dell’animale. Più piccole e più fitte sul dorso e sul groppone. Nella parte inferiore sono più grandi che sui fianchi. Sulle remiganti prendono forma oblunga che dalla rachide va verso il bordo esterno.
Selvatica
Il pulcino alla nascita è di un colore bruno-rossastro striato sulla testa da cinque linee nere delle quali la mediana si presenta molto larga.
Standard:
Il colore di fondo appare grigio nerastro a causa della densità del piumaggio, mentre in realtà le singole penne sono di un colore blu intenso. Le perle sulla groppa e sulla coda sono orlate di nero. Il piumaggio del collo è nero degradante in violetto porporino.
Tarsi grigio/nero.
Difetti gravi: Presenza di bianco nel piumaggio. Tarsi fortemente macchiati di chiaro.
Bianca
Il pulcino leggermente più chiaro della camosciata.
Standard:
Colore di fondo bianco panna. Le perle, di colore bianco argento brillante, si devono distinguere nettamente.
Spesso le femmine giovani hanno colore di fondo un po’ più crema.
La colorazione del collo deve essere crema-violetto.
I tarsi sono di colore arancio e non devono presentare chiazzature.
Pelle pigmentata.
Difetti gravi: Colore di fondo giallastro. Penne senza perlatura.
Camosciata
Il Ghigi iniziò nel 1922 la selezione di questa colorazione da un gruppo acquistato all’Esposizione Avicola di Parigi iscritto erroneamente come bianco. In effetti, nella sua monografia, il Ghigi precisa: “Camosciata (bianca per i francesi)” e, sempre i francesi, nel loro ultimo standard, a distanza di 76 anni, chiamano sì questa varietà Camoscio, ma fra parentesi specificano: “detta a volte bianca”.
Il pulcino alla nascita ha tutto il piumino bianco gialliccio, ma sul capo sono evidenti 5 striature brune.
Standard:
Colore di fondo giallo pallido sul quale spicca chiaramente la perlatura.
E’ richiesta una ben visibile orlatura più scura delle perle.
Sulla parte superiore del corpo il colore è un po’ più carico.
I soggetti hanno pelle pigmentata.
Tarsi da color arancio fino a grigio chiaro.
Difetti gravi: Colorazione troppo chiara. Presenza di bianco nelle remiganti. Perlatura poco visibile.

Si deve fare molta attenzione a queste due precedenti colorazioni. Le due tonalità possono essere molto vicine e l’allevatore stesso può iscriverle nella categoria sbagliata.
In effetti la vera Bianca non crediamo sia allevata attualmente.
Il Ghigi così la descriveva:
Completamente albina, sia per la depigmentazione della pelle, sia per il candore delle penne, nelle quali non si osserva alcuna traccia delle macchie a perla. Occhi rossi. Pulcino bianco candido.
Grigio perla
Il pulcino con disegno della selvatica è blu cenerino chiaro.
Standard:
Assenza dei riflessi viola rosati sul collo.
Colore di fondo blu/grigio chiaro con lo stesso disegno della selvatica. Le perle bianche nella parte superiore del corpo sono orlate da una tonalità più intensa.
Fare attenzione al colore di fondo che non deve essere troppo scuro.
Il colore dei tarsi deve essere grigio-nerastro il più uniforme possibile. Tollerati di colorazione arancione uniforme.
Difetti gravi: Colore di fondo troppo chiaro o troppo scuro. Tarsi troppo macchiati.
Blu Lavanda
Questa colorazione è molto rara in Europa.
La Blu Lavanda è indubbiamente quella che il Ghigi chiamava “Bluetta”, da lui selezionata con l’incrocio di Faraone Fulvette (livrea fulvo carico) con Lilla (grigio perla) ed Azzurra Ghigi.
Definiva così il colore: Colore di fondo azzurro chiaro, uniformemente picchiettato di bianco, come nella selvatica
Standard:
Questa colorazione è il più forte schiarimento della colorazione selvatica.
Una fine velatura bluastra copre il colore di fondo celeste chiaro, ancora più chiaro nelle ali.
In questa colorazione, chiarissima, non si può richiedere il colore dei tarsi come nelle colorazioni selvatica o grigio perla; si possono accettare grigio chiaro o arancio pallido.
Difetti gravi: Colore di fondo troppo scuro o con parti bianche. Tarsi macchiati.
Colorazioni con perlatura ridotta
Per perlaura ridotta si intende la sua quasi totale scomparsa. Questo è dovuto alla mancanza del fattore margarogene (generatore di perle).
Tracce di perlatura rimangono però nei fianchi e nel ventre, ma sono più piccole, meno numerose e di forma meno regolare.
La perlatura è anche presente, sebbene anche qui ridotta, irregolare ed imperfetta, nelle copritrici, nel vessillo interno delle remiganti e sul dorso, ma non visibile perché limitata alla parte basale e lungo la rachide, ricoperta quindi dal piumaggio.
Paonata
Il Ghigi nella sua monografia accanto alla denominazione Violetta o Paonata mette fra parentesi (? Zechi Reichenow). Questo perché in effetti questa razza venne scoperta in Africa, allo stato semidomestico presso indigeni ed erroneamente ritenuta selvatica, dal naturalista tedesco Reichenow che la chiamò Numida Zechi. Il Ghigi però osservando alcuni di questi soggetti impagliati al Museo di Berlino, si accorse che le caratteristiche erano identiche a dei soggetti, detti paonati, che già da molto tempo venivano allevati nell’Italia settentrionale; si preferì mantenere così la denominazione Paonata.
Il pulcino nasce con le parti inferiori e le ali bianche. Il fulvo delle parti superiori è pallido e la stria mediana sul capo è più sottile e più ondulata che nella varietà selvatica.
Per ridare intensità al colore e soprattuto per mantenere i tarsi della colorazione richiesta si può, quando necessario, incrociare maschio Paonato con femmina Selvatica.
Standard:
Colore di fondo nero abbondantemente sfumato di violaceo come se questo colore, che circonda la base del collo nella colorazione selvatica, si fosse esteso e reso più intenso a tutto il resto del corpo. Nelle piccole copritrici delle ali i riflessi violetti sono più decisi.
Tarsi: grigio/nero con macchie più scure, sono ammesse le punte delle dita chiare.
Difetti Gravi: Perlatura presente e visibile nelle parti in cui non è ammessa.
Tarsi troppo macchiati.
Azzurra Ghigi
Il CTS FIAV ha deciso di chiamare così questa colorazione riconoscendo così onore e merito al suo selezionatore al quale tutti noi dobbiamo molto.
Credo interessante riportare quanto il Prof. Ghigi scriveva della sua Azzurra nel 1927, tre anni dopo la prima presentazione alla “Esposizione Mondiale di Avicoltura di Barcellona”:
“L’Azzurra Ghigi possiede due caratteri recessivi, antagonisti del margarogeno e del fattore intensità. Essa è dunque sempre omozigota per entrambi questi caratteri e costituisce un genotipo.
La Lilla (Grigio Perla) e la Violetta (Paonata) riproducono, insieme, la grigia selvatica, giacchè possedendo la prima il fattore margarogeno e la seconda il fattore intensità, determina la ricostruzione della correlazione di fattori, esistente nella razza grigia (atavismo). Ma in F2 ha luogo anche la correlazione dei due fattori recessivi: assenza di fattore margarogeno e di fattore intensità. Questa correlazione si esprime nella Faraona Azzurra senza macchie a perla e con sfumature azzurre molto intense che corrispondono a quelle violacee diluite. Questa nuova razza di Faraona è stata ottenuta da me nel periodo 1921/1924, applicando i principi mendeliani.”
Questa colorazione in alcuni Paesi viene definita anche Violetta Chiara.
Si tratta quindi di una diluizione del violetto che ne conserva la perlatura ridotta.
Il pulcino alla nascita ha colore di fondo cenerino come nella grigio perla, disegno come nella selvatica, ma di colore fulvo pallido e con la striscia mediana sulla testa più sottile e più ondulata.
Standard:
Il colore di fondo appare grigio/blu; la velatura azzurra è più marcata sui lati del corpo fino quasi a mostrare ancora il colore scuro selvatico.
Poco marcato il dismorfismo sessuale, appena si distingue il maschio dalla femmina; il gallo ha il colore di fondo leggermente più scuro.
Il fatto che la parte inferiore del corpo mantenga una più marcata pigmentazione comporta maggiore difficoltà ad ottenere l’omegeneità richiesta nel colore di fondo.
Tarsi: nella parte superiore il più possibile grigi, meglio se fino ai piedi; generalmente comunque si schiariscono nella parte più bassa fino a diventare arancio.
Difetti gravi: Perlatura presente e visibile nelle parti in cui non è ammessa. Presenza di bianco nel petto e nelle ali.
Camosciata
Standard:
Colore di fondo giallo pallido.
Sulla parte superiore del corpo può essere più carico.
Pelle pigmentata.
Tarsi: arancione fino a grigio chiaro.
Difetti Gravi: Colorazione troppo chiara. Presenza di bianco nelle remiganti o sul petto.
Presenza di perlatura nelle parti non ammesse.
Blu Lavanda
Standard:
Colore di fondo celeste chiaro con una leggera velatura bluastra, più chiara nelle ali.
Tarsi: grigio chiaro fino ad arancio pallido.
Difetti Gravi: Colore di fondo troppo scuro o con parti bianche. Perlatura presente nelle parti in cui non è ammessa.
18/02/2008 13:06
 
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Si mi piacerebbe approfondire le mie conoscenze sul genere Numida e da quel poco che ho letto in giro qua e là il Prof. Ghigi ha studiato molto la faraona, soprattutto nei colori e la trasmissione dei caratteri ad essa legati. Dovro' leggere il libro...
Poi volevo porre una domanda:
Nel sito "il pollaio del re" c è una sezione dedicata alla faraona e in essa, nella forma domestica, la suddivide in razze italiane e razze estere. Quello che mi chiedevo è ( ora come ora, da profano, che conosco poco la specie ed è per questo che voglio documentarmi, per saperne un po' di piu') se è veramente possibile parlare di razze, e se è possibile dare una precisa origine territoriale ?
18/02/2008 18:38
 
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Ciao Marco, finalmente!
Il libro del Ghigi, se lo vuoi leggere, te lo posso dare io, è un libro ovviamente non più in vendita e non facile da trovare nelle librerie antiquarie.
Non posso da casa vedere il sito "Il Pollaio Del Re", non arrivando qui l'ADSL mi ci vuole una vita.
Riguardo alle "Faraone italiane ed estere" penso l divisione sia stata fatta più per la colorazione che per la tipologia, quella è unica.
Comunque come ho detto nell'articolo il peso può cambiare.
Se comunque hai qualche curiosità impellente chiedi pure!
Ciao
Fabri
18/02/2008 19:09
 
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Ultimamente sono stato un po' impegnato e non ho potuto seguire il forum...comunque quando puoi dai un occhio al sito e poi mi dai un opinione...

19/02/2008 07:34
 
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Ciao Marco, sarà fatto!
Ciao
Fabri
19/02/2008 08:01
 
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Ciao Marco, ho visto le Faraone del "Il Pollaio Del Re" e mi sembra di capire che è stata fatta una divisione relativa alle colorazioni. In effetti la tipologia è pressoché uguale. Come ho già detto il peso può cambiare in alcune colorazioni. Quelle italiane sono perlopiù quelle selezionate dal Ghigi. La bianca è stata da poco riconosciuta in Germania, ma ricordo che Orloff ne aveva un ceppo.
Quelle estere sono riportate dal sito americano.
Ciao
Fabri
19/02/2008 09:47
 
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Con bianca intendi l' albina?
Dunque non si puo' parlare di razze ma di colorazioni giusto?
E per alcune colorazioni è possibile parlare di origine italiana?
19/02/2008 11:31
 
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Ciao Marco, per bianca intendevo albina assolutamente senza perlatura (unica, le altre hanno perlatura intera o ridotta) e con pelle e tarsi decolorati. Si, si parla di colorazioni e non di razza.
Certo per alcune colorazioni si può parlare di origine italiana, vedi la'Azzurra Ghigi, ma anche altre.
Ciao
Fabri
19/02/2008 11:46
 
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Attualmente le colorazioni (per gli standard) hanno un paese di origine?
19/02/2008 12:30
 
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No, per le colorazioni nello standard non si da il Paese di origine, ma un Paese di origine, in genere, esiste.
LO menziono nell'articolo come riferimento storico e per dare il merito al nostro Ghigi!
Ciao
Fabri
20/02/2008 16:39
 
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ok..un po' piu' chiaro...quando riconosceranno l' origine delle colorazioni avremmo anche qualche colore italiano...
[SM=g20553] [SM=g20540]
20/02/2008 17:08
 
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Più italiana dell'Azzurra Ghigi non è possibile. Così è nel nostro standard.
Ciao
Fabri
20/02/2008 18:02
 
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qui in italia...all' estero è solo azzurra a perlatura ridotta..
21/02/2008 07:58
 
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Ciao Marco, anche in Italia prima era chiamata Azzurra a perlatura ridotta, fu proprio il mio articolo a convincere il CTS a mutare denominazione e mi sembra che fu fatta una cosa giusta.
Riguardo all'Europa.....vedremo. Si dovrebbe far fare un'indagine alla commissione tecnica E.E. e, da parte nostra, fornire materiale, tradotto almeno in francese e tedesco, col quale dimostrare che il creatore fu il nostro Alessandro Ghigi. Dopo la battaglia portata avanti con la Livorno, non ancora del tutto risolta a livello standard europeo sai che ti dico? Io non ho più voglia! L'onere grava sempre sulle stesse spalle e quando queste spalle sopportano il peso da più di vent'anni sono un po' stanchine.
Vi spiego a brevi linee quello che è lo standard europeo (oggi edito in lingua tedesca e francese):

Lo standard europeo altro non è che lo standard tedesco accettato totalmente dall'E.E. E già la partenza non mi piace.
Siccome esistono differenze fra i vari standard europei - colorazioni e razze non riconosciute in Germania - ogni Paese ha la possibilità di fare un certo numero di pagine, da inserire in appendice, riguardanti queste diversità. L'unico Paese che l'ha fatto al momento è la Svizzera.
La Francia, ad esempio, che ha innumerevoli razze dovrà fare un'appendice molto sostanziosa. Tutto ciò è per me ridicolo, si arriverà ad avere uno standard europeo di dimensioni inusuali.
Non sarebbe stato molto più semplice che ognuno tenesse il proprio?
Il discorso comunque sarebbe molto più lungo e difficile, ma il succo è più o meno questo.
Ciao
Fabri

21/02/2008 14:19
 
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Non so nel dettaglio come avverrà il passaggio allo standard europeo però non è carino il fatto che sia la traduzione del solo standard tedesco.E' molto difficile arrivare ad un'unico standard, almeno per alcune razze.Forse è meglio come dici che ognuno tenga il suo, ancora meglio sarebbe se come è stato detto lo standard della razza fosse quello del paese d'origine e non una traduzione del tedesco oppure una mescolanza di standard di paesi diversi.
21/02/2008 17:54
 
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Rachele, sono anni che combatto o faccio combattere. Francia e Belgio la pensano come noi, ma sarà dura, anzi durissima.
Io ho tradotto tutti i nostri standard in francese e sono già stati accettati, verranno molto probabilmente però in appendice a quello che è realmente lo standard europeo: quello tedesco!
Ma la cosa non riguarda solo le razze italiane, esistono altre razze - Wyandotte nana, Barneveld, ecc. - che non saranno mai uguali allo standard tedesco, perlomeno in quei Paesi che non si piegheranno al loro volere, quindi come si dovranno comportare i giudci nelle mostre europee. Credetemi, è una cosa molto complicata e, secondo me, irrisolvibile, ecco perchè mi sono stufato.
Ciao
Fabri
21/02/2008 18:03
 
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bè, la questione è molto semplice....chi sbaglia sono i tedeschi!
Capisco che essendo loro il paese trainante di questo hobby, hanno un certo peso sulle decisioni, ma la cosa giusta è che si adotti lo standard del paese di origine di ogni singola razza.
Se poi l'origine di una razza è dubbia, va bè lasciamo pure che decidano loro...
Però è vero i tedeschi non seguono e non sentono nessuno..pertanto è difficile arrivare ad uno standard europeo...
21/02/2008 20:18
 
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Purtroppo non è solo la Germania, ma anche la Commissione Standard europea.
Ciao
Fabri
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